Cliente: Il nostro cliente era una multinazionale nella zona di Brescia, specializzata nella realizzazione di macchinari industriali destinati al settore siderurgico.
La situazione: In un periodo di forte rivoluzione generale, l’azienda ci ha incaricati di ricercare nuove figure professionali al fine di ampliare il loro organico tecnico interno.
La volontà è stata quella di inserire ragazzi giovani; il requisito fondamentale non era in questo caso l’esperienza, ma un’ottima base di formazione ed una grande volontà di apprendere ed inserirsi in una realtà fortemente strutturata e con grandi prospettive di sviluppo internazionale.
Questo incarico in particolare prevedeva che cercassimo un giovane tecnico elettrico, che in seguito ad un periodo di affiancamento e formazione con un responsabile, si sarebbe occupato in autonomia del collaudo elettrico dei macchinari prima di spedirli presso i vari clienti.
La ricerca: Dopo i primi passi nel processo di ricerca e selezione abbiamo trovato, non senza complicazioni, una prima serie di candidati, presentati all’azienda dopo una settimana dall’assegnazione dell’incarico.
Di questi, due sono stati scelti per il primo colloquio conoscitivo.
In seguito al primo incontro è parso chiaro che tra i due, uno risultasse più promettente grazie ad un’attitudine più propositiva. Si è quindi deciso di proseguire con il candidato verso un secondo incontro più tecnico: si trattava infatti di una mezza giornata di prova direttamente in produzione per vedere come si sarebbe mosso ed interfacciato al lavoro ed ai colleghi.
La sfida: Quando tutto sembrava essere ad un passo dal risolversi nel migliore nei modi, con una proposta di assunzione firmata e la selezione chiusa, purtroppo è emersa la sfida.
Il candidato messo di fronte alla proposta di assunzione iniziava a mostrare delle titubanze, non più convinto di voler lasciare l’azienda per cui lavorava.
Nonostante i nostri tentativi di convincerlo a fare un salto, lasciando la piccola officina per inserirsi in una realtà multinazionale, con diverse prospettive di crescita sia verticale che orizzontale, la comfort zone continuava a sembrare più comoda rispetto ad un tuffo nell’ignoto.
E così eravamo punto e a capo, alla ricerca di un altro candidato disposto a considerare l’opportunità di un nuovo lavoro.
Conclusione: ricerca dopo ricerca, siamo riusciti a trovare un altro giovane tecnico elettrico residente a Brescia, alla ricerca di una nuova opportunità di crescita personale e professionale, interessato al progetto prospettatogli dall’azienda la quale a sua volta era ben propensa ad iniziare un percorso di formazione su misura per lui.