Ieri ho assistito ad un webinar sul cyber bullismo organizzato dai prof della scuola media di mia figlia.
Ho deciso di partecipare, oltre che per gli ovvi motivi legati al fatto di avere due figli adolescenti, perché in ufficio ci stiamo interrogando in questi giorni sui canali attraverso i quali i giovanissimi comunicano e magari potrebbero utilizzare un domani per cercare lavoro.
Sono davvero rimasto stupito quando i conduttori del webinar, accanto ai social ormai noti e super utilizzati dai giovani, come Instagram, Tik Tok, hanno evidenziato come soprattutto i giovanissimi utilizzino per comunicare tra loro il canale dei video giochi, cosa che assolutamente non avevamo considerato perché essendo tutti noi di generazioni differenti abbiamo una concezione dei videogiochi un po’ diversa.
Ora che ci penso, tempo fa, guardando una serie in Netflix, Black Mirror, mi ricordo di un episodio nel quale due ex compagni di studi, si ritrovano ed iniziano nuovamente ad interagire tra loro attraverso questo video gioco. Ma all’interno della realtà virtuale ognuno di loro, sceglie di rappresentarsi attraverso un avatar, che non è altro la rappresentazione virtuale di come essi vorrebbero essere nella realtà e vivono una storia sentimentale, impossibile invece da sperimentarle nella realtà
Questa serie fantascientifica, in realtà cogli ed evidenzia alcuni aspetti di quello che oggi vivono i nostri figli.
I ragazzi, all’interno di un videogioco, interagiscono attraverso degli “Avatar” ossia delle trasposizioni di sé.
Le attività che svolgono in questi ambienti virtuali sono un riflesso di quello che vivono nella realtà e che potrebbe aiutare noi genitori a capire un po’ meglio il loro mondo e cosa gli sta succedendo nella vita.
Un altro spunto che mi ha fatto riflettere è l’interazione che noi genitori abbiamo con i figli.
Ad esempio, tutti noi ci siamo sentiti rivolgere dai nostri genitori domande del tipo: “Come è andata oggi a scuola?” e nonostante queste domande fossero quelle che allora ci infastidivano di più e ci facevano pensare: “Ma mia madre non ha altro di cui parlare con me?” sono le stesse domande che oggi ognuno di noi rivolge ai propri figli. Probabilmente presi dal tran tran quotidiano non siamo più capaci di parlare con i nostri ragazzi e di quello che a loro interessa
Ad esempio, mai mi verrebbe in mente di chiedere ai miei ragazzi: “Come è andata oggi in WA con il tuo gruppo di amici?” oppure difficilmente mi potrei mettere a giocare con mio figlio a Fortnite o Brawl Stars oppure War Robots o Clash Royale. Invece mi rendo conto che potrebbero essere modi per entrare in contatto con quello che è di loro interesse
Ieri sera, dopo il webinar ho provato a parlare con mio figlio di YouTube ed ho capito quanto molto più di me sia compente di questo strumento attraverso il quale oggi i ragazzi si documentano praticamente su tutto e sul quale trovano oggi gli esempi da seguire.
Mi sono improvvisamente reso conto di essere stato “tagliato fuori “ da mio figlio perché a suo dire, non capisco niente di YouTube e delle infinite possibilità di guadagno che offre. (Nonostante ne parliamo qui)
Per concludere, le nostre realtà si sono troppo allontanate e stiamo diventando incapaci di comunicare con i nostri ragazzi. Credo che sia nostro dovere di adulti cercare di colmare questo gap per poter trasmettere loro le nostre conoscenze che sono tutt’altro che obsolete. Dobbiamo trovare solo la chiave comunicativa per far passare le giuste informazioni, poiché personalmente mi rendo conto che il grosso pericolo a cui in nostri ragazzi sono esposti utilizzando questi strumenti è quello di pensare che realizzarsi nella vita sia una cosa che non richieda fatica ma semplicemente la capacità di ballare su TikTok o girare un video su YouTube