Alcuni sostengono che dipende semplicemente dall'emozione del momento e sono convinti che questo effetto passerà molto presto. Tuttavia, gli studi nell’ambito della psicologia suggeriscono che viaggiare ci può cambiare profondamente…
A questo proposito, i ricercatori dell'Università di Jena (2013) hanno analizzato gli effetti psicologici del viaggio. Hanno lavorato con un gruppo di studenti tedeschi, metà dei quali si stavano preparando per andare a studiare all'estero, mentre l'altra metà avrebbe frequentato l’università nel loro paese d'origine. Tutti gli studenti hanno completato un test della personalità che venne ripetuto alla fine del semestre.
I risultati non lasciano dubbi, viaggiare cambia la nostra personalità ti trasforma in una persona più aperta alle nuove esperienze. Chi viaggia frequentemente è spesso consapevole del fatto che ciò che conta davvero non è la situazione in sé, ma il modo in cui si reagisce ad essa. Per questo motivo queste persone rimangono aperte alle nuove esperienze e assumono un atteggiamento più flessibile e spontaneo, imparano a fluire con la vita.
Ti fa giudicare meno gli altri. Alle persone di solito non piace quello che non capiscono, e lo criticano aspramente. Ma quando viaggiamo siamo esposti a culture e modi di pensare diversi che finiscono per cambiare la nostra visione del mondo e cancellano i nostri stereotipi. Viaggiare significa dover parlare con un sacco di persone che non si conoscono, dagli assistenti di volo e la concierge dell'hotel al conducente dell’autobus o il connazionale incontrato nel paese straniero. In un certo senso, viaggiare ci costringe a esporre il nostro lato più estroverso.
La tua zona di comfort si amplia notevolmente. Quanto più viaggiamo, tanto più lontano siamo disposti ad arrivare e scoprire cose diverse. In questo senso, lo studio condotto da Maddux (2009) dimostra che le capacità creativi degli individui che hanno abitato all’estero si è sviluppata notevolmente. Rafforzando l’idea che l’esporsi a nuove situazioni, porta a cambiamenti psicologici negli individui.
Non solo soft skill, imparare un’altra lingua e sicuramente uno degli effetti collaterali del viaggio. Come indica uno studio realizzato da Adesope (2010), Il bilinguismo (e, presumibilmente, il multilinguismo) è associato a una serie di benefici cognitivi. Come ad esempio una maggior capacità di problem solving, pensiero astratto, e capacità creative. Parte di questi benefici, sono relativi a persone nate in un ambiente bilingue, nonostante come dimostra lo studio condotto dell’università di Chicago (2012) può portare anche ad altri benefit, per persone che imparano un nuovo linguaggio come la capacità di evitare Bias.
“La propri destinazione non è mai un luogo, ma un nuovo modo di vedere le cose” Henry Miller
Zimmermann J, Neyer FJ. Do we become a different person when hitting the road? Personality development of sojourners. J Pers Soc Psychol. 2013;105(3):515-530. doi:10.1037/a0033019
Adesope, O.O., Lavin, T., Thompson, T. and Ungerleider, C., 2010. A systematic review and meta-analysis of the cognitive correlates of bilingualism. Review of Educational Research, 80(2), pp.207-245.
Keysar, B., Hayakawa, S.L. and An, S.G., 2012. The foreign-language effect: Thinking in a foreign tongue reduces decision biases. Psychological science, 23(6), pp.661-668.
Maddux, W.W. and Galinsky, A.D., 2009. Cultural borders and mental barriers: The relationship between living abroad and creativity. Journal of personality and social psychology, 96(5), p.1047.