Marzo 2020 verrà senz’altro ricordato negli anni come il mese della quarantena, un tentativo disperato di frenare quell’epidemia che una volta arrivata sulla nostra penisola il 21 Febbraio, da Codogno si è diffusa a macchia d’olio ad una velocità inarrestabile. Tutt’ora non si sa come fermarla.
Il COVID-19, o Coronavirus, protagonista sulla bocca di tutti da ormai un mese, non ci ha però portato solo perdite, disagi e rallentamenti, seppur questi sembrino gli effetti più evidenti ed impattanti; bensì ha anche risvolti inaspettati e noi vorremmo focalizzarci solo su quelli inaspettatamente positivi.
Come enunciava il sociologo americano Enrico Quarantelli, pioniere della “sociologia dei disastri”: gli eventi catastrofici tirano fuori il meglio dalle persone; svaniscono temporaneamente le disuguaglianze e le distinzioni di classe, in favore di solidarietà, generosità e senso di vicinanza.
Come si suol dire “mal comune mezzo gaudio”.
Gli italiani ne sono stati un esempio. Nonostante questa pandemia ci abbia colpito su tanti, troppi fronti, la nostra reazione è stata quella di tirar fuori il meglio del nostro paese e della nostra cultura.
Centinaia sono le campagne nate affinché ognuno possa fare la propria (anche piccola) parte nel contribuire ad aiutare gli ospedali delle nostre città a fronteggiare questa emergenza. Il personale sanitario resiste 12-15 ore al giorno nelle trincee delle terapie intensive per aiutare come possibile tutti i ricoverati, creando nuove soluzioni e sacrificando la propria vita personale in onore del proprio lavoro. Moltissime società hanno deciso per questo mese di quarantena forzata, di erogare i propri servizi gratuitamente al fine di incoraggiare gli italiani a non abbandonare le proprie abitazioni: servizi di streaming film e musica, di spedizione, corsi online, ebook, la rete 4G per favorire lo Smart Working, quotidiani e magazine online e molti altri. Sono impennate le interazioni online con personaggi famosi, ognuno da casa propria, per intrattenere i propri followers annoiati con attività le più svariate, dalla diffusione di notizie comprovate e verificate per garantire una corretta conoscenza della situazione ed arrestare il panico, ma anche attimi più di leggerezza ad esempio veri e propri concerti, sessioni di workout, chiacchierate in compagnia, corsi di cucina.
Ognuno sta facendo la propria parte per fronteggiare e superare questo periodo il prima possibile.
Per non parlare dell’appuntamento delle 18, ormai simbolo di molte città, che si ritrovano sui propri balconi a cantare e ballare, costruendo una nuova convivialità con quei vicini che forse non abbiamo mai considerato, nonostante vivano ad un passo da noi.
Abbiamo inoltre più tempo per fare tutte quelle cose che rimandavamo da una vita, come sistemare il garage, chiamare quell’amico, ascoltare i racconti di gioventù dei nostri nonni che di periodi di crisi ne han vissuti più di noi, e forse avrebbero qualcosa da insegnarci.
Impareremo ad apprezzare le piccole cose, come la libertà di abbracciarsi, di fare un giro in macchina, di passeggiare all’aria aperta, di stare vicini senza sentirsi a disagio o in pericolo.
E anche se saranno mesi difficili, di faticoso recupero e forti conseguenze, almeno abbiamo riscoperto di vivere nel Paese più bello del mondo, consapevoli di una nuova solidarietà, comprensione e forza umana che ci tiene uniti nonostante tutto.