Le chiameremo “Smart house“, case intelligenti, e miglioreranno sensibilmente la nostra vita quotidiana: d’altra parte in futuro avremo sempre meno tempo libero e sempre meno possibilità di svolgere le faccende domestiche. Le case intelligenti verranno incontro proprio a queste esigenze, aiutandoci nelle sfide quotidiane, quando si torna a casa stremati e l’unica cosa che si vorrebbe fare è mangiare qualcosa di caldo e immergersi nella vasca da bagno con acqua bollente.
Smart house non vuol dire solo funzionalità ma anche sostenibilità e risparmio energetico. Se pensate che una casa Smart è una casa dove gli elettrodomestici le fanno da padrona e pertanto dove gli sprechi energetici sono all’ordine del giorno, sarebbe meglio rivalutare la situazione. Infatti grazie alla possibilità di controllare a distanza gli elettrodomestici, gli sprechi si ridurranno al minimo: pensate alla possibilità di attivare i riscaldamenti esattamente mezz’ora prima di rientrare a casa, appena salite in metro. Troverete in quel caso la casa calda, e senza un minuto di spreco di riscaldamento e di energia.
A caratterizzare le Smart house, pertanto, sarà la domotica. Se volessimo fare un paragone, la Smart house è un po’ come uno smartphone e la domotica sono le sue tante applicazioni disponibili. Attraverso un unico software, si potranno gestire tutti gli elettrodomestici di casa. Sarà possibile (anche se usare il “futuro” è sbagliato, visto che già da ora è una realtà, anche se non molto commerciale) controllare ovunque ci si trovi gli elettrodomestici direttamente dal tablet o dallo smartphone.
Come suggerito da HomeHome, i materiali impiegati nell’arredamento della casa (ma anche nella loro costruzione), cambiano e diventano più performanti. Tra i materiali che si ipotizza diverranno standard c’è la canapa. Grazie al composto tra calce e canapa, infatti, si pensa di poter contrastare il surriscaldamento visto che questo materiale assorbe la CO2.
Le case dovranno essere necessariamente “green”, con materiali riciclati per ridurre all’osso gli sprechi energetici. Materiali ora impensabili come lattine, vetro di scarto, sabbia e terra, rappresenteranno lo standard per arredare le case del futuro.
Si tratterà di case NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building, case a energia “quasi” zero. Fondamentali in tal senso gli impianti fotovoltaici, i serbatoi per raccogliere l’acqua piovana e “ripulirla”. Con questi accorgimenti, si è calcolato che in Europa la richiesta energetica calerebbe drasticamente del 40%
Referenze:
Hamdy, M., Hasan, A. and Siren, K., 2013. A multi-stage optimization method for cost-optimal and nearly-zero-energy building solutions in line with the EPBD-recast 2010. Energy and Buildings, 56, pp.189-203.
Torgal, F.P., Mistretta, M., Kaklauskas, A., Granqvist, C.G. and Cabeza, L.F. eds., 2013. Nearly zero energy building refurbishment: A multidisciplinary approach. Springer Science & Business Media.