L'effetto alone consiste nell’estendere il giudizio positivo relativo ad una caratteristica a tutto ciò che riguarda l’oggetto o la persona in questione.
Per comprendere concretamente tale meccanismo, se noi giudichiamo una persona simpatica, tenderemo a valutarla anche onesta, leale, corretta.
Questo effetto è stato individuato originariamente da Thorndike nel 1920 (E. Thorndike; 1920). Thorndike era uno psicologo autorevole nella prima metà del ‘900 che ha aperto ad altri studiosi un nuovo orizzonte di ricerca, tutt’oggi studiato.
Il suo contrapposto è l’effetto devil, un particolare meccanismo psicologico che induce a pensare qualcosa di negativo di una persona, nonostante non si abbiano sufficienti basi per valutare la stessa.
A questo effetto invece non si abbina un autore di riferimento, sebbene sia stato ampiamente dimostrato e trattato da due autori in particolare, Aronson e Landy (Landy, D., & Aronson, E.; 1969), di cui discuteremo successivamente.
Per quanto riguarda l’effetto alone, possiamo fare un esempio banale: se noi giudichiamo una persona di bell’aspetto, tenderemo a valutarla anche una brava persona (in senso lato). Andando invece a cercare un esempio di effetto devil, possiamo pensare a tutte quelle situazioni in cui per un particolare da noi percepito come sbagliato in un individuo, come la stretta di mano o una battuta, si generalizzerà un giudizio negativo su tale persona.
Come si traducono questi effetti nella vita quotidiana? Quali sono le loro conseguenze?
Concretamente questi meccanismi possono indurci in errori piuttosto grossolani e imbarazzanti (basti pensare agli esempi sopracitati), ma possono portare anche a errori molto più gravi.
Riprendiamo i 2 autori che abbiamo citato prima, Aronson e Landy. Questi 2 ricercatori e studiosi hanno avuto il merito, nel loro articolo ed esperimento The influence of the character of the criminal and his victim on the decisions of simulated jurors, di dimostrare come alcune caratteristiche di coloro che venivano giudicati da una giuria americana avessero poi una forte influenza sul giudizio finale sulla persona (nonostante esse non correlassero in nessun modo con il crimine in questione).
La giuria americana, che per sua giurisdizione è composta, oltre che dai giudici togati, anche dalla “giuria popolare”, è quell’insieme di persone che confrontandosi vanno poi ad avere la maggior parte di peso sul giudizio finale sulla persona sotto processo.
Lo studio ha quindi dimostrato che in particolare la bellezza (l’elemento su cui si focalizzava il loro studio) sia di chi si difende dall’accusa che della vittima è in grado di modificare sensibilmente quelli che sono giudizi della giuria popolare.
L’effetto alone si ritrova anche nel campo del marketing, e viene riscontrato quando un’azienda cerca di pubblicizzare un suo prodotto per risaltare anche tutto il resto della gamma (un prodotto è buono à anche tutti gli altri sono buoni). È stato riscontrato in uno studio di Angela Bretcu (BRETCU, A.; 2019), in cui andando a valutare i business più piccoli è stato trovato che essi usano questo genere di prodotti in funzione del loro posizionamento nel mercato.
Come si combatte questa nostra tendenza? La consapevolezza di questo fenomeno è sicuramente già un punto molto a favore in chi si potrebbe trovare in determinate situazioni, che sia un recruiter o un suo candidato, o che ci si trovi a fare nuove conoscenze. Esserne consapevoli sicuramente rende la persona più oggettiva nel valutare alcuni aspetti di chi si trova davanti.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Thorndike, E. L. (1920). A constant error in psychological ratings. Journal of Applied Psychology, 4(1), 25-29.
Landy, D., & Aronson, E. (1969). The influence of the character of the criminal and his victim on the decisions of simulated jurors. Journal of Experimental Social Psychology, 5(2), 141-152.
BRETCU, A. (2019). The Halo Effect in Small Enterprises’ Marketing. Analele Universitatii “Eftimie Murgu” Resita. Fascicola II. Studii Economice, 26, 54–61.