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16/02/2021

Youtuber lavoro o passatempo? il sottile confine tra professione e passione

Youtuber, Blogger e Vlogger, sono ora realtà professionali a tutti gli effetti. Come si possono comparare questi nuovi lavori con altre professioni “tradizionali”? e come questi influencer condizionano i più giovani?

In tutto il mondo il livello d’istruzione è mediamente aumentato. Le nuove generazioni hanno delle qualifiche più elevate rispetto a qualsiasi generazione precedente. Spesso entrano nel mondo del lavoro avendo dedicato molti più anni di studio rispetto ai loro genitori o nonni. Questo è un enorme cambiamento di cui l'educazione globale può essere veramente orgogliosa. Eppure, nonostante tutti questi anni d’istruzione formale, i giovani continuano a lottare nel mercato del lavoro e i governi continuano a preoccuparsi della discrepanza tra domanda e offerta. La convivenza di laureati disoccupati e datori di lavoro che affermano di non riuscire a trovare persone con competenze di cui hanno bisogno, dimostra che una maggiore istruzione non comporta automaticamente posti di lavoro migliori e vite migliori.

Un orientamento professionale efficace non è mai stato così importante, soprattutto in tempi odierni, dove le informazioni sono tante e non sempre provenienti da fonti affidabili. Aiutare i giovani a capire quale possa essere la loro strada e spiegare loro quali siano le possibili carriere da intraprendere, è diventato un vero e proprio lavoro. Per capire queste necessità, nel 2018, il Programma OCSE per l'Internazionale Student Assessment (PISA) - il più grande set di dati al mondo sulle esperienze educative dei giovani - ha raccolto dati primari su di essi. Ciò ha consentito di indagare come siano cambiati i sogni di carriera dei giovani negli ultimi 20 anni e quanto strettamente correlati siano la domanda di lavoro e le aspirazioni. Oltre alle aspirazioni, nuove possibilità di lavoro sono nate: quelle che anni fa erano solo etichette per rappresentare nuove categorie di persone che emergevano dal web, come Youtuber, Blogger e Vlogger, sono ora realtà professionali a tutti gli effetti. Come si possono comparare questi nuovi lavori con altre professioni “tradizionali”? diventare uno youtuber permette di vivere? Come funziona questo lavoro? Ci sono delle caratteristiche specifiche?

Innanzitutto dobbiamo capire cos’è YouTube. Se non avete vissuto in una caverna per gli ultimi 15 anni, saprete che YouTube, dai suoi primi albori nel lontano 2005, è cresciuto esponenzialmente fino a diventare la piattaforma di streaming più visitata al mondo. Per dare qualche dato statistico, vengono caricate circa 400 ore di video al minuto ogni giorno. Attraverso queste visualizzazioni, che in alcuni casi superano alcuni programmi televisivi, alcune persone hanno trovato il loro business. Queste persone, chiamate youtuber, sono riuscite a guadagnare cifre non indifferenti. Ecco a voi la top 10 del 2020:

1.       Ryan Kaji - $ 29,5 milioni

2.       MrBeast - $ 24 milioni

3.       Dude Perfect - $ 23 milioni

4.       Rhett e Link: $ 20 milioni

5.       Markplier - $ 19,5 milioni

6.       Preston Arsement - $ 19 milioni

7.       Nastya - $ 18,5 milioni

8.       Blippi - $ 17 milioni

9.       David Dobrik - $ 15,5 milioni

10.    Jeffree Star - $ 15 milioni

 

Nonostante non ci siano italiani nella classifica degli youtuber più pagati nel 2020, ciò non significa che in Italia non ci siano giovani star del web che guadagnino cifre da capogiro. In generale, gli youtuber che guadagnano di più in assoluto sono principalmente quelli del settore gaming, seguiti a ruota da coloro che propongono contenuti di unboxing, comicità (con esperimenti sociali) e make up. Gli youtuber più amati sono giovanissimi e hanno una schiera di fan fedeli su diverse piattaforme, come Twitch, Instagram e TikTok.

 

In Italia, per altro, ci sono agenzie che allevano talenti, come la Webstars Channel, la quale ha lanciato FaviJ, (Lorenzo Ostuni), attualmente tra gli youtuber italiani più popolari e ricchi. Oltre YouTube, FaviJ ha raggiunto anche il mondo dell’editoria, delle serie tv, del cinema e degli eventi. Secondo alcune fonti, FaviJ guadagnerebbe più di 50.000 euro al mese con YouTube. E da dove arrivano questi soldi? gli youtuber più popolari fanno soldi con i loro video su YouTube grazie alla pubblicità, agli abbonamenti e alle interazioni e donazioni dei fan. In pratica sono le visualizzazioni e le reaction degli utenti che consentono agli youtuber di guadagnare cifre più consistenti tramite YouTube. Inoltre, è possibile essere sponsorizzati con piattaforme come Patreon, dove qualsiasi persona può decidere di finanziare un artista.

 

Accanto a questa modalità di lavoro social, troviamo altre piattaforme come Tik Tok, Instagram, Twitch, Onlyfans, ecc. Diventare un artista, musicista, gamer, sembrerebbe essere diventato più facile che mai. Alcuni youtuber che sono riusciti ad arricchirsi su YouTube, riescono poi a diventare influencer su altre piattaforme (un esempio è David Dobrik, nella nostra lista di Top 10, che avendo un seguito anche in TikTok è riuscito ad ottenere il primo premio in denaro da questa piattaforma). Anche se la quantità di soldi guadagnabile tramite social non è stata ancora dichiarata al momento, l’idea che una persona possa guadagnare tanti soldi facendo video divertenti è sicuramente molto attraente per le generazioni di oggi. Detto ciò, è davvero così facile guadagnare bene con i social? Iniziamo allora a capire se la realtà dei fatti sia effettivamente questa.

 

Per la grande maggioranza delle persone, diventare ricchi su YouTube è appena più realistico che diventare una star del cinema di Hollywood; tuttavia, raggiungere questa fama e ricchezza, sta diventando sempre più difficile: ce lo conferma un nuovo studio sui social media condotto da Mathias Bärtl, professore presso l'Università di scienze applicate di Offenburg in Germania. Mathias ha studiato la distribuzione delle visualizzazioni di pagine su YouTube sin dalla fondazione dell'azienda nel 2005. La sua scoperta principale è stata la seguente: i canali affermati sono diventati più popolari nel corso degli anni, lasciando quelli più piccoli sempre più invisibili. Gli youtuber, inoltre, si affidano principalmente alla pubblicità. In media, il 3% dei canali più popolari attira 1,4 milioni di visualizzazioni ogni mese, che si traducono in 16.800 dollari all'anno in entrate pubblicitarie. Questo significa che, per il 97 percento degli youtuber più poveri, arrivare a quel livello è quasi impossibile.

 

Per tanto, la domanda sorge spontanea: si può guadagnare bene facendo lo youtuber? La risposta è semplice: sì, è possibile, ma soltanto una parte microscopica della popolazione riesce a farlo. Come accennato, solo il 3% di coloro che caricano video su YouTube ottiene il 90% di visualizzazioni dei suoi contenuti e, come sappiamo, senza visualizzazioni non ci sono soldi. Per cui, per quanto attraente sia la possibilità di guadagnare attraverso video su YouTube, l'immagine reale è completamente differente.

 

Come dimostra lo studio di Mathias Bärtl, circa il 97% di tutti gli aspiranti youtuber probabilmente non riuscirà a superare la soglia di povertà degli Stati Uniti ($ 12.140), ossia circa 10000€ annui. E anche se si raggiunge il 3%, si avrà un ricavo pubblicitario medio di circa $ 16.800 (13.800€) all'anno, il che, non è molto. Un esempio specifico è Marzia, youtuber italiana con oltre 7,6 milioni di follower, con uno stipendio di circa (1500€ mese), circa 20K annui. In perspettiva, questo è lo stipendio che prende un operaio non specializzato all’anno. E parlando di stipendi, non potremmo sicuramente tralasciare che ogni compenso è tassato e diventare uno youtuber non significa essere esenti da tasse. L’attività di uno youtuber va associata alla gestione di spazi pubblicitari, ed è quindi un'attività commerciale a tutti gli effetti. Una volta aperta la propria partita IVA, ogni youtuber dovrà scegliere a quale regime fiscale assoggettarsi.

 

Aprire una partita IVA da youtuber, non è la stessa cosa che aprirla da libero professionista, proprio perché i guadagni derivano da un'attività commerciale. Con un fatturato annuale inferiore ai 5000 euro, per esempio, è necessario aprire la partita IVA, ma non la posizione previdenziale. Ma qualora il fatturato dovesse superare i 5001 euro annui, oltre alla partita IVA tutti gli youtuber dovranno iscriversi alla Camera di Commercio (che prevede un pagamento annuo di circa 130 euro) e saranno obbligati anche all'iscrizione INPS commercianti, con contributi fissi previdenziali che si aggirano intorno ai 3700 euro annui, perché per tutti i commercianti vengono calcolati i contributi con un'aliquota del 23.64% su un minimale di reddito di 15.548 euro e, facendo due conti, si arriva quasi a 3700 euro da versare all'INPS annualmente, anche se si è guadagnato pochissimo o le spese hanno superato le entrate.

 

Nella stragrande maggioranza dei casi, per gli youtuber italiani, il regime fiscale più conveniente è il regime forfettario ma, chiaramente, la tassazione reale, e le conseguenti sanzioni in caso di evasione, dipendono dal guadagno annuale dell'interessato. Come nel caso dello youtuber st3pny, accusato di non aver dichiarato 344 mila euro di ricavi.

 

Un altro aspetto da non trascurare è il seguito che queste icone hanno su YouTube. Infatti, YouTube ha creato delle proprie e vere celebrities; ricordiamo ad esempio che Justin Biber e Benji e Fede sono nati su questa piattaforma online. Ci si domanda cosa attiri così tanto e così tanti ragazzi, ci si interroga se tutto questo possa avere in qualche modo degli esiti e degli effetti sulle loro menti ancora condizionabili ed in via di sviluppo. Questi influencer piacciono perché sono “normali”, perché fanno quello che farebbero tutti, sono degli idoli da raggiungere. Possono al contempo essere volgari, maleducati, ironici e simpatici. Tuttavia, l’elemento più preoccupante di questo attrito è che per tanti giovani sono diventati fonte di informazione riguardo tutti gli aspetti della loro vita: dall’imparare come cucinare una torta, al come montare una bicicletta, fino ai trucchetti per diventare più bella.

Il problema è che tanti di questi video non sono fonti affidabili di informazioni. Come accennavamo, adolescenti e ragazzi senza nessun tipo di conoscenze provano a fare “esperimenti” che tante volte possono risultare dannosi. Un esempio di ciò è raccontato nei video di Anne Reardon: un’australiana laureata in scienze alimentari, la quale, oltre a condividere video di ricette, realizza dei video “debunking”, ossia smaschera video dai contenuti creati a tavolino per ricevere moltissime visualizzazioni dagli utenti. I contenuti di questi video sono totalmente finti o non corrispondenti a ciò che il loro titolo promette di mostrare; in alcuni casi persino pericolosi. Questi canali mostrano delle idee che vengono viste come innovative e incredibili, ma che in realtà non hanno nessun tipo di base scientifica. Un chiaro esempio di contenuto pericoloso denunciato da Anne Reardon è quello trovato all’interno di un video dove viene mostrato come far diventare delle fragole da rosse a bianche. Il problema risiede nel fatto che, per fare ciò, le fragole vengono sommerse nella candeggina. La candeggina è corrosiva e può produrre delle irritazioni alla pelle. Si può bene immaginare cosa potrebbe accadere se la candeggina venisse consumata.

Ciò che deve far riflettere è il seguito di questi canali: le generazioni attuali fruiscono dei contenuti di essi vivendo l’esperienza come un momento di divertimento, svago, ma anche come occasione di scoperta verso il mondo. Allo stesso tempo, trovano su queste personalità delle icone che idolatrano, e che vorrebbero imitare. Tuttavia, non tutti i canali di Youtuber o influencer sono negativi. Vi sono personaggi famosi altamente meritevoli, come Dario Bressanini, Dottore in chimica dell’università di Milano, che attira tantissime visualizzazioni con video facili da seguire e capire, e che a differenza di quelli accennati prima, sono basati su fonti attendibili. Un altro esempio di modello positivo è rappresentato dal canale Kurzgesagt, un canale di scienza che ha come prassi quella di scrivere nelle sue descrizioni le fonti e referenze utilizzate, e che racconta utilizzando animazioni dinamiche diverse questioni di scienza e filosofia.

Detto ciò, cosa ci resta dire? Nonostante il livello di istruzione sia cresciuto, le dinamiche della società sono cambiate. In particolare, le nuove generazioni considerano come “naturale” l’utilizzo di piattaforme social come fonte d’informazione principale. Molti di questi canali generano un flusso di followers grandissimo che porta i ragazzi giovani a seguirli e vederli come i loro idoli da imitare. YouTube parzialmente adotta delle strategie per far fronte a determinati atteggiamenti; nonostante ciò, gli effetti che queste piattaforme hanno sui più giovani non è da sottovalutare. Abbiamo visto che nonostante YouTube ed altre piattaforme possano essere una fonte redditizia di lavoro, soltanto una piccola percentuale riesce a guadagnare somme straordinarie. Il problema risiede nell’immagine che questa esigua percentuale dà ai più giovani, i quali vedono nel diventare Youtuber il lavoro perfetto, dove dar vita senza limiti alle proprie passioni.

Referenze:

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